Il nome è particolarmente simpatico, e resta senz’altro in mente. A tutta prima si pensa che l’isola sia casa di enormi cavoli, eppure a dare il nome a quell’isola che dista circa 1 km dal Capo Carbonara sono stati i cavori. La parola, squisitamente locale, è da tradursi come granchi, che purtroppo ad oggi non sono più così diffusi sull’isola e nei suoi dintorni. Su questo pesante lembo di terra non manca comunque nemmeno il cavolo, per quanto si tratti di quello selvatico, il brassica insularis.

In fondo l’isola dei Cavoli la si visita soprattutto per i paesaggi modellati dal vento che mette in mostra. Indimenticabile cala di Cipro e cala di Murta, ma se siete in zona non perdetevi l’occasione di visitare cala di Ponente, d’altronde quando vi ricapiterà un’occasione del genere? E’ proprio a cala di Ponente che si può ammirare l’unico piccolo, rustico porto isolano datato 1856.

Un tempo punto di vedetta importante tanto da ospitare una possente torre, nel 1981 l’isola dei Cavoli divenne pascolo di alcuni pastori locali. A ricordo delle antiche glorie un faro, che ha preso il posto della torre, e che oggi ospita un centro di ricerche universitario. L’isola infatti è ricca di endemismi rarissimi, tutti da studiare. Alcuni esempi? La brassica insularis di cui abbiamo già parlato, e la ficaria.

Ma uno dei motivi per i quali l’isola è tanto conosciuta è piuttosto il fatto che ogni anno uno stuolo di curiosi e credenti, in occasione della celebrazione della Madonna del Naufrago, si immergono nei fondali prospicenti all’isola per ammirare a 10 metri di profondità, la vergine scolpita sulla pietra, tutta circondata da una cascata di fiori. Un’occasione che attira centinaia di amanti delle immersione e che si ripete ogni anno il terzo sabato di luglio.

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